Alimentazione: alcuni yogi-consigli
- Admin
- 10 ago 2017
- Tempo di lettura: 3 min

Quale deve essere l’alimentazione di chi pratica yoga? Secondo la rivista online Le Vie Del Dharma chi pratica lo yoga segue principi dietetici che favoriscono l’equilibrio di alimenti puri e nutrienti, consumati con moderazione. Ma c'è di più...
Lo yoga e l’alimentazione nei testi antichi
Gli antichi testi sullo yoga sono stati scritti in un epoca e in un mondo molto distanti dalla nostra quotidianità; non è più possibile seguire alla lettera le loro indicazioni in materia di alimentazione, ma sono offrono comunque linee guida e spunti molto rilevanti.
Uno dei testi più importanti dell’induismo, la Bhagavad-gita, recita così:
“[…] più la dieta è sana e pura e più c’è limpidezza interiore. […]
Lo yoga, che pone fine alla sofferenza, è per colui che è misurato nel cibo e nel divertimento […]”.
Un altro testo importante nella letteratura yogica indica una serie di alimenti diffusi all’epoca, adatti a chi voglia praticare yoga con successo:
“I buoni cereali: grano, riso, orzo e sastika (una varietà di riso), latte, ghee (burro fuso e filtrato), zucchero, burro, dolci di zucchero, miele, zenzero secco, il frutto di patolaka (o paravara, una specie di cocomero), le cinque verdure fogliose, ceci verdi ed acqua di pioggia […] sono considerati cibi sani per lo yogi progredito”
(Svatmarama, Hathapradipika, Savitry, Torino 190, p. 62)
Acqua di pioggia? Be’, ecco, se noi oggi bevessimo acqua piovana moriremmo probabilmente subito, ecco perché è bene cercare di cogliere, fra le righe dei testi classici, il “come” mangiare più che il “cosa” mangiare.
A questo proposito ci viene in aiuto la medicina tibetana che dichiara:
“Quasi tutti i problemi provengono da una cattiva digestione”.
Possiamo proseguire dicendo che se è vero, come è vero, che la pratica dello yoga mira alla pace mentale, ecco che una cattiva digestione interferisce anche con quella, no?
Dunque, è meglio mangiare cibi che si digeriscano in fretta, che non lascino troppi residui dopo la digestione e che non impegnino oltremodo il corpo nel meccanismo digestivo (già impegnativo di per sé).
Quando e cosa mangiare dopo lo yoga?
Sarebbe consigliabile mangiare dopo un’oretta, se non diventa troppo tardi, perché magari è sera. Per un sonno migliore e un effettivo riposo sarebbe infatti preferibile non mangiare dopo le 21, e comunque non coricarsi se non sono trascorse almeno 2-3 ore dall’ultimo boccone (pensiamo che la digestione completa di un pasto normale richiede circa 7 ore!).
Il menù ideale dopo lo yoga? Frutta, o un po’ di minestrone o yogurt e muesli, in quantità moderatissima.
Cosa mangiare prima dello yoga?
Prima dello yoga è preferibile non mangiare né bere, ma può andare bene un tè un’ora prima della pratica. Soprattutto è meglio evitare il caffè, o potrebbe capitare di contrarre la nausea in alcune posizioni.
I tre guna: le tre qualità del cibo
In generale i testi classici dello yoga contengono indicazioni sui tre tipi di cibo : sattvici, tamasici, rajasici. Chi pratica yoga dovrebbe scegliere all’interno del primo tipo.
I cibi sattvici favoriscono una mente chiara e luminosa e sono: cereali, verdure, legumi.
I cibi tamasici sono da evitare, essendo difficili da digerire: carni, insaccati, cibi conservati e in scatola, grassi animali, cibi cotti da più di un giorno e riscaldati.
I cibi rajasici sono quelli eccitanti: alcool, caffè, vino, birra, cibi piccanti, ipercalorici, troppo caldi o troppo freddi, tabacco (tutto ciò che introduciamo nell’organismo è cibo).
Quando mangiamo ricordiamo sempre che, secondo la Gheranda Samhita (altro testo di riferimento per chi pratica yoga), lo stomaco dovrebbe essere riempito solo per metà di cibo, per una terza parte di acqua, riservando la quarta parte al movimento dell’aria.
Le qualità spirituali di alcuni cibi
Dopo aver considerato le qualità dei cibi nella classificazione dell’ayurveda, chiudiamo con un’altra classificazione, stilata da niente di meno che Paramahansa Yogananda, secondo cui certi cibi sviluppano in noi alcune qualità:
Mandorle e miele autocontrollo
Barbabietola coraggio
Cereali forza di carattere
Uva devozione e amore divino
Lattuga calma
Pere tranquillità
Riso integrale mitezza e dolcezza
Spinaci semplicità e innocenza fanciullesca
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